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Primo incontro del laboratorio di Biennale Democrazia nella 3A Liceo dell’ “I.T.I. Giuseppe Peano”

Primo incontro del laboratorio di Biennale Democrazia nella 3A Liceo dell’ “I.T.I. Giuseppe Peano”

E’ il 27 gennaio, s’inizia il laboratorio da ciò che si ricorda oggi: i 66 anni dalla liberazione di Auschwitz, parlare oggi di democrazia assume un senso ancora maggiore.

“La democrazia è un bene che va costantemente discusso, attualizzato per preservarlo”: con questo spunto inizia la discussione coi ragazzi, spiegando il perché e la necessità di Biennale Democrazia, nell’anno dei 150 dell’Unità italiana.

 

Ma che cos’è la democrazia per i ragazzi? Prima di qualsiasi discussione, di qualsiasi approfondimento, cosa rappresenta oggi per gli studenti la democrazia?

E’ prima di tutto libertà di pensiero, libertà di parola da parte di tutto il popolo, che ha dunque la possibilità di scegliere liberamente. E’ un insieme di diritti che non possono essere violati, e per questo è necessaria una Costituzione: essa è il solo strumento in grado di garantire i diritti che stanno alla base della cittadinanza. La democrazia è rispetto: rispetto del pensiero altrui diverso dal nostro, ma più in generale verso l’individuo, non per forza cittadino ma persona portatore di diritti. E’ potere del popolo, che eleggendo i proprio rappresentanti attraverso il voto, esprime il suo pensiero. Questi rappresentanti devono rispettare la Costituzione che indica sempre i principi fondamentali della democrazia in cui si trovano a rappresentare, devono tutelare l’interesse comune e tener conto anche delle idee in minoranza ma comunque importanti, e cercar di mediare tra tutte le parti e le idee in gioco. Come fare? Attraverso il dialogo continuo, che permette di sintetizzare le varie idee dei cittadini e di rappresentare le istanze giuste.  Alla base della democrazia c’è il lavoro, sul quale si fonda la Repubblica democratica del nostro Paese: la politica deve dunque aiutare le persone che hanno bisogno di lavoro, creare le condizioni per creare lavoro, tutelando sia chi da lavoro che i cittadini lavoratori, senza promettere posti di lavoro. Perché il lavoro è fondamentale? Perché è il modo sancito dalla Costituzione per soddisfare i bisogni delle persone ed è in grado di creare una catena virtuosa di cooperazione tra Stato e cittadini. La democrazia permette di pretendere ciò di cui abbiamo bisogno dallo Stato e dai nostri rappresentanti, (a differenza ad esempio di quanto accade in un regno illuminato, in cui non si hanno diritti ma solamente concessioni). Ma se i rappresentanti altro non sono che emanazione della volontà popolare, si ritorno a noi stessi: qual è dunque il bisogno profondo che muove l’uomo verso la democrazia? Il bisogno di partecipazione: questo bisogno fa si che le migliori decisioni vengano prese in comune, che ognuno abbia voglia di portar la sua parte. E’ questa la differenza con la dittatura: in democrazia le persone si organizzano per partecipare e incidere sulla cosa comune.  C’è ancora qualcosa che però sta prima della partecipazione, vale a dire l’autodeterminazione: la volontà di essere un individuo pensante che si pone delle domande alimenta la democrazia, che è lo strumento in cui attraverso cui questo bisogno viene accolto.

 

Dopo aver capito cos’è per noi la democrazia, i ragazzi provano a confrontarsi con le frasi di alcuni grandi pensatori della democrazia, facendo un continuo riferimento alla situazione attuale. Per Alex la chiave di tutto sta nella frase di Enrico Berlinguer: in questo momento è di questo che c’è bisogno, cioè la partecipazione dei giovani anche nei livelli più alti della politica, nella quale possano portare idee nuove e genuine, e sono proprio i giovani, secondo Antonio, a doversi impadronire di ogni ramo del sapere per trasformarlo in futuro.  Ma oggi, secondo Camilla, non tutti i giovani sono interessati a studiare e ad approfondire e chi ha interesse e voglia spesso non trova né posto in politica né possibilità di andare oltre. Ma cosa vuol dire “impadronirsi di ogni ramo del sapere“? Vuol dire studiare il più possibile senza abbandonare la scuola, vuol dire esser colti e chiedersi il perché delle cose, oltre ad interessarsi a queste.  Jessica rilancia sulla frase di Sandro Pertini: anche per lei la peggior democrazia, anche quella più disordinata, è meglio di una qualsiasi dittatura, dove vince solo il silenzio.  Gli spunti rimangono ancora tanti, i ragazzi hanno molte cose da dire: ma il tutto continuerà la prossima puntata!

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