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Questioni di genere

SCHEDA DI LAVOROScarica PDF

Esiste democrazia senza eguaglianza di genere?


  1. Introduzione generale al tema.

Definizioni utili per introdurre l’argomento:

Il SESSO costituisce un corredo genetico, un insieme di caratteri biologici, fisici e anatomici che producono un binarismo maschio / femmina,

Il GENERE rappresenta una costruzione culturale, la rappresentazione, definizione e incentivazione di comportamenti che rivestono il corredo biologico e danno vita allo status di uomo / donna

Sesso e genere non costituiscono due dimensioni contrapposte ma interdipendenti: sui caratteri biologici si innesca il processo di produzione delle identità di genere. Il genere viene creato quotidianamente attraverso una serie di interazioni che tendono a definire le differenze tra uomini e donne. È proprio a livello sociale che è necessario testimoniare continuamente la propria appartenenza di genere attraverso il comportamento, il linguaggio, il ruolo sociale.

Il genere è dunque un carattere appreso e non innato. Maschi e femmine si nasce, uomini e donne si diventa.

Il rapporto tra sesso e genere varia a seconda delle aree geografiche, dei periodi storici, delle culture di appartenenza. Maschilità e femminilità sono quindi concetti relativi.

La democrazia di per sé non colma da sola le diseguaglianze di genere, che persistono in quasi tutti i paesi, anche democratici. Le politiche pubbliche attuate dallo stato possono concorrere alla definizione e costruzione delle identità di genere che influenzano in maniera notevole lo sviluppo della personalità, dei desideri e del carattere di tutti gli individui.


  1. Alcune domande di attualizzazione per favorire la discussione
  • Quanto rappresenta le donne questa frase: “Sei bella, famosa e ti sbavano tutti dietro… cosa puoi volere di più dalla vita?” (Paris Hilton)
  • Cosa direste se la vostra ragazza, moglie o compagna, guadagnasse più di voi o se il vostro ragazzo, marito o compagno, guadagnasse meno di voi?
  • Al giorno d’oggi credete che una donna sia libera come l’uomo nel perseguire il proprio desiderio sessuale? Una ragazza può prendere l’iniziativa con un ragazzo che le piace?
  • Credete che le donne e gli uomini nella loro vita siano mossi nella stessa misura dal desiderio sessuale? Come mai la donna è quasi sempre rappresentata come l’oggetto del desiderio sessuale maschile? (Basta osservare qualunque pubblicità televisiva per rendersene conto, ad esempio: perché serve una donna nuda per vendere uno yogurt?)
  • Esiste negli stereotipi classici, la “donna per bene” e quella “immorale”, la prostituta. Secondo voi c’è una connotazione dispregiativa in tale distinzione? Finché è secondo voi valida questa distinzione? Ad esempio che differenza c’è fra un buon matrimonio e la prostituzione esplicita? Nel primo la donna in cambio della sicurezza e del benessere economico sposa UN uomo; nel secondo la donna per denaro presta servizi sessuali a diversi uomini. In quale dei due casi, secondo voi, la donna ha maggiore libertà e indipendenza?
  • La creatività spesso è associata al genere maschile, credete abbia fondamento questo? Quanto influisce secondo voi, la quantità di tempo libero a disposizione dell’individuo al giorno per coltivare e permettersi la creatività? (vedere dati presenti nella scheda B)


Alcuni brani e testi di riferimento

Di seguito, alcune schede informative per l’insegnante, utili per guidare la discussione.


Scheda 1: mappatura delle disuguaglianze di genere per misurare il rapporto con il potere: tasso di occupazione, rapporti tra risultati scolastici e carriera, differenze salariali e differenze nell’ammontare di tempo libero.

Si elencano alcuni dati forniti dall’Istat nel 2007 (consultabili forma completa al seguente indirizzo web: http://www.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/20070307_00/)

  • Tassi occupazione: L’occupazione della popolazione in età lavorativa rappresenta uno degli indicatori chiave per misurare le differenze di genere.

Nel 2005 risultano occupate il 45,3% delle donne tra i 15-64 anni contro il 69,7% degli uomini. Anche per la classe di età in cui si raggiungono i livelli massimi di occupazione, ovvero per le persone 35-44 anni, le differenze sono notevoli: 61,3% per le donne e 91,2% per gli uomini.

I differenziali di genere si riducono però al crescere del livello di istruzione della popolazione: i tassi femminili variano dal 17,5% delle donne con licenza elementare al 73,3% di quelle con una laurea o un dottorato, mentre per gli uomini variano dal 51,4% all’84,2%.

Nonostante la crescita dell’occupazione femminile degli ultimi decenni, la differenza in termini di tassi di occupazione femminili tra l’Italia e gli altri paesi europei è ancora rilevante. I nostri tassi di occupazione femminile risultano inferiori a quelli medi dell’Unione europea per ogni classe d’età. L’Italia, infatti, è oggi, dopo Malta, il paese con i più bassi livelli di occupazione femminili di tutta l’Unione.

La scelta di avere figli influenza ulteriormente il tasso di occupazione femminile.

Nel 2005 il tasso di occupazione delle single tra i 35 e i 44 anni è pari all’86,7%, per le coetanee che vivono in coppia senza figli scende al 76,5% e arriva al 55,1% nel caso di donne che vivono in coppie con figli. Il tasso si mantiene più elevato per le madri sole (75,6%).

I tassi di occupazione delle donne italiane tra i 20 e i 49 anni con figli minori di 12 anni nel 2003 sono, dopo quelli delle donne di Malta, i più bassi d’Europa e sono di 10 punti percentuali inferiori a quelli delle donne nella stessa classe di età senza figli piccoli.

  • Istruzione: Gli ultimi decenni della storia italiana sono caratterizzati dalla crescita del livello di istruzione delle donne. Nella fascia di popolazione tra 25 e 44 anni le donne con un titolo superiore sono oggi relativamente più numerose degli uomini. Tra gli anni scolastici 1970/71 e 2005/06 il tasso di conseguimento del diploma per le donne è più che triplicato e oggi le diciannovenni che raggiungono il diploma sono quasi l’80% e sono diventate più numerose dei ragazzi. Anche per quanto riguarda la laurea si sono invertiti i rapporti di forza tra uomini e donne e oggi oltre il 28,1% delle 25enni raggiunge la laurea, contro il 19% tra i ragazzi. Le donne italiane, nonostante la forte crescita dell’istruzione registrata, non hanno ancora recuperato il divario esistente rispetto a altri paesi europei in tema di quota di popolazione con alti livelli di istruzione.
  • Differenze retributive: Il differenziale retributivo tra uomini e donne è dovuto, da un lato, alla composizione dell’occupazione femminile, più concentrata in posti di lavoro a bassa retribuzione; dall’altro, a un trattamento sfavorevole alle donne anche a parità di posto di lavoro. Le retribuzioni degli uomini italiani nel 2004 sono, infatti, superiori a quelle delle donne di circa il 7%. È nel settore dell’industria in senso stretto che si osservano i differenziali retributivi più elevati a favore degli uomini (+20% rispetto al totale industria e servizi), mentre nei servizi il divario è del 10%. Nelle costruzioni invece il divario tende a favorire, anche se di poco, le retribuzioni femminili. Per avere un’idea delle differenze di genere, oltre che nel lavoro dipendente, anche in quello autonomo, si possono osservare le differenze nei redditi individuali annuali netti. Ne risulta che una donna guadagna nel 2005 circa il 30% in meno di un uomo.
  • Tempo libero: in tutti i paesi dell’Unione europea il tempo di lavoro totale delle donne è maggiore di quello degli uomini. Ciò è dovuto soprattutto al numero di ore che le donne dedicano al lavoro domestico. Le donne italiane dedicano al lavoro più tempo rispetto a quelle residenti negli altri paesi dell’Europa occidentale con valori che si avvicinano a quelli dei paesi dell’Europa dell’Est. Vale la pena di sottolineare che proprio all’Italia appartiene il primato del tempo dedicato dalle donne al lavoro familiare. Contemporaneamente nel nostro paese si registra il più elevato differenziale tra il tempo dedicato alla famiglia dalle donne e quello che allo stesso tipo di lavoro dedicano gli uomini.

Fonte Istat.

http://www.romacivica.net/anpiroma/larepubblica/repubblica4.htm

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Scheda 2: Elenco modifiche legislative che hanno allargato i poteri e i diritti delle donne.

http://www.romacivica.net/anpiroma/larepubblica/repubblica4.htm

http://www.romacivica.net/anpiroma/larepubblica/repubblica4.htm

Diritto di voto. Il 2 giugno 1946 l’Italia va alle urne per il referendum istituzionale. Per la prima volta il voto viene esteso alle donne.

  • Parità salariale. Art. 37 della Costituzione, regolato da una legge solo nel 1957 in
    applicazione di una convenzione internazionale del BIT. Con un accordo
    interconfederale del 1960, si decide l’eliminazione dai contratti collettivi nazionali di
    lavoro delle tabelle remunerative differenti per uomini e donne. Viene così sancita la
    parità formale e sostanziale tra uomini e donne nel mondo del lavoro. Le clausole di
    nubilato vengono definitivamente vietate con la legge n.7 del 1963.
  • Divorzio. Legge n. 898/1970: approvazione del divorzio. 12 maggio 1974:
    vittoria del NO al referendum popolare per l’abrogazione della legge.
  • Maternità. Legge n.1204/1971: viene estesa la tutela della maternità alle lavoratrici
    dipendenti. Amplia ed estende i diritti introdotti dalla prima legge (Legge n. 860
    varata nel 1950) sui diritti e le tutele delle lavoratrici, che definisce per la prima volta
    le assenze per maternità, ore di allattamento e divieto di licenziamento entro il
    primo anno di vita del bambino.
  • Asili Nido. Legge 1044/1971: l’obiettivo è realizzare un servizio a supporto delle
    famiglie e soprattutto delle donne, onde favorirne la permanenza nel mondo del
    lavoro anche dopo la nascita dei figli. Si è voluto inoltre affermare il diritto del
    bambino alla socializzazione e allo sviluppo armonico della sua personalità.
  • Diritto di famiglia. Legge n.151/1975: viene varata la riforma del diritto di famiglia
    che introduce la parità tra uomini e donne nell’ambito familiare. In attuazione del
    principio di uguaglianza morale e giuridica dei coniugi, la potestà sui figli spetta a
    entrambi i coniugi, che hanno identici diritti e doveri, e non più solo al padre.
  • Legge di parità (in materia di lavoro). Legge n. 903/1977: ha rappresentato la più
    importante svolta culturale nei confronti delle donne. Si passa dal concetto di tutela
    per la donna lavoratrice al principio del diritto di parità nel campo del lavoro.
    Vengono introdotte norme più avanzate in materia di maternità e primi elementi di
    condivisione fra i genitori nella cura dei figli. Nel marzo 2000, con la Legge n. 53 sui
    “congedi parentali”, questa legge ha recepito i nuovi diritti di paternità in materia di
    assenza facoltativa.
  • Interruzione volontaria della gravidanza. Legge n.194/1978: “Norme per la tutela
    sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza”. La legge ha
    come scopo principale la prevenzione delle gravidanze indesiderate, oltre che
    contrastare l’aborto clandestino.
  • Legge pari opportunità (Azioni positive). Legge n.125/1991: fortemente voluta dalle
    donne, questa legge è uno strumento in grado di intervenire e rimuovere le
    discriminazioni e far avanzare l’idea di uguali opportunità uomo-donna nel lavoro.
    La L.125 ha rappresentato un importante passo avanti per rendere visibile e
    valorizzare la presenza e il lavoro delle donne nella società, nel lavoro e nella
    famiglia. Purtroppo resta ancora sostanzialmente inapplicata. Oltre 400 i progetti
    approvati in 8 anni (nel 2000, modifiche introdotte dalla L.196).
  • Violenza sessuale. Legge n. 66/1996: stabilisce che la violenza sessuale non è più
    un delitto contro la morale, bensì contro la persona. Una legge di civiltà e dignità
    che rende giustizia alle donne e premia il lungo e sofferto cammino per affermare il
    diritto alla sessualità libera e condivisa.
  • Assegno di maternità per casalinghe e disoccupate. Legge n. 448/1999: prevede
    un’indennità di maternità per le donne che non lavorano o che svolgono il
    cosiddetto “lavoro familiare”. Con la Finanziaria del 2000 questo diritto viene esteso
    alle cittadine dell’U.E. ed extracomunitarie con carta di soggiorno.


Oriana Fallaci, Lettera a un bambino mai nato, BUR-Opere di Oriana Fallaci, Milano 2009 (I edizione 1975), pg. 12-14.

Vorrei che tu fossi donna. Lo so: il nostro è un mondo fabbricato dagli uomini per gli uomini, la loro dittatura è così antica che si estende perfino al linguaggio. Si dice uomo per dire uomo e donna, si dice bambino per dire bambino e bambina, …, si dice omicidio per indicar l’assassinio di un uomo e di una donna. Nelle leggende che i maschi hanno inventato per spiegare la vita, la prima creatura non è una donna: è un uomo chiamato Adamo. Eva arriva dopo, per divertirlo e combinare guai. Nei dipinti che ornano le loro chiese, Dio è un vecchio con la barba bianca mai una vecchia con i capelli bianchi. E tutti i loro eroi sono maschi: da quel Prometeo che scoprì il fuoco a quell’Icaro che tentò di volare, su fino a quel Gesù che dichiarano figlio del Padre e dello Spirito Santo: quasi che la donna da cui fu partorito fosse un’incubatrice o una balia. Eppure è proprio per questo che essere donna è così affascinante. È un’avventura che non annoia mai.

Avrai tante cose da intraprendere se nascerai donna. Per incominciare, avrai da batterti per sostenere che se Dio esistesse potrebbe anche essere una vecchia con i capelli bianchi o una bella ragazza. Poi avrai da batterti per spiegare che il peccato non nacque il giorno che Eva colse la mela: quel giorno nacque una splendida virtù chiamata disubbidienza. Infine avrai da batterti per dimostrare che dentro il tuo corpo liscio e rotondo c’è un’intelligenza che chiede di essere ascoltata.”

Ma se nascerai uomo io sarò contenta lo stesso. E forse di più perché ti saranno risparmiate tante umiliazioni, tante servitù, tanti abusi. Se nascerai uomo, ad esempio, non dovrai temere di essere violentato nel buio di una strada. Non dovrai serviti di un bel viso per essere accettato al primo sguardo, di un bel corpo per nascondere la tua intelligenza. Non subirai giudizi malvagi quando dormirai con chi ti piace, non ti sentirai dire che il peccato nacque il giorno in cui cogliesti una mela. Potrai batterti più comodamente per sostenere che, se Dio esistesse, potrebb’essere anche una vecchia coi capelli bianchi o una bella ragazza. Potrai disubbidire senza venir deriso, difenderti senza venir insultato.

Naturalmente ti toccheranno altre schiavitù, altre ingiustizie: neanche per un uomo la vita è facile, sai. Poiché avrai muscoli più saldi ti chiederanno di portare fardelli più pesanti, ti imporranno arbitrarie responsabilità. Poiché avrai la barba, rideranno se tu piangi e perfino se hai bisogno di tenerezza. Poiché avrai una coda davanti, ti ordineranno di uccidere o essere ucciso alla guerra.”

Vasco Rossi, …E poi mi parli di una vita insieme (Ma cosa vuoi che sia una canzone, 1977):

http://www.youtube.com/watch?v=qTbl61hq-x8

E poi mi parli di una vita insieme, di una casa di bambini,

del nostro amore, e di me che vado a lavorare
Ma che ne sai tu, di un mondo, che si può vivere soltanto, se stai attento a dove metti i piedi,
e ogni volta, che usciamo, mi dici che tuo padre, vuole sapere che cosa intendo fare.

Ma che ne sa lui di fare, se tutta la vita, non ha fatto altro che stare a guardare

Io vorrei che tu,
che tu avessi qualcosa da dire
che parlassi…di più
che provassi una volta a reagire
ribellandoti a quell’eterno incanto
per vederti lottare
contro chi ti vuole
così innocente e banale donna
donna sempre uguale donna
donna per non capire donna
donna per uscire
donna da sposare

No senti
stammi a sentire un po’
non è te che detesto in fondo sai
la colpa non è tua
la verità è che al mondo
tu servi così”

Caparezza, Un vero uomo dovrebbe lavare i piatti (Le dimensioni del mio caos, 2008)

http://www.youtube.com/watch?v=39WOzpOrHoM

Non sei un uomo se come un frate chiedi perdono. Non sei un uomo se a fare mazzate non sei buono.
Non sei un uomo se tua moglia di te se ne fotte. Non sei uomo se.. se non la gonfi di botte.
Non sei un uomo se non guidi le macchine grosse. Non sei un uomo se non tiri due ganci alle giostre.
Non sei un uomo se hai paura di tornare in carcere. Non sei un uomo sei gay se ti metti a piangere.
Non sei un uomo e farai una brutta fine. Non sei un uomo… se non hai la pancia sferica.
Non sei un uomo senz’abito buono alla domenica. Non sei un uomo se di notte non vai al bordello.
Non sei un uomo… se non ti tira il pisello. Non sei un uomo se ti arrendi e non mostri gli artigli.
Non sei un uomo se non prendi a ceffoni i tuoi figli. Non sei un uomo se il rispetto che hai non ti basta.
Lo sai cosa ti manca? Un ferro nella tasca. Non sei un uomo e farai una brutta fine.

RIT: Non ascoltare questi maldicenti. Non si va avanti con la forza ma con la forza degli argomenti.
Non ascoltare questi mentecatti. Un vero uomo si dovrebbe alzare per lavare i piatti. Un vero uomo dovrebbe lavari i piatti.

Non sei un uomo se non hai lo stereo più potente. E poi si vede dalla foto che hai sulla patente.
Non sei un uomo se perdi tempo a studiare i libri. Se sei un uomo.. meglio che inizi con gli scippi.
Non sei un uomo se ti beccano la piantagione. Non sei un uomo se dalla prigione fai il mio nome.
Non sei un uomo se mi fotti, che se me ne accorgo. Non sei un uomo vivo, tu sei un uomo morto.
Non sei un uomo e farai una brutta fine. RIT.”

Elena Gianini Belotti, Dalla parte delle bambine, Feltrinelli, Milano 1973. pg. 9.

La parità dei diritti con l’uomo, la parità salariale, l’accesso a tutte le carriere sono obiettivi sacrosanti e, almeno sulla carta, sono già stati offerti alle donne nel momento in cui l’uomo l’ha giudicato conveniente. Resteranno però inaccessibili alla maggior parte di loro finché non saranno modificate le strutture psicologiche che impediscono alle donne di desiderare fortemente di farli propri. Sono queste strutture psicologiche che portano la persona di sesso femminile a vivere con senso di colpa ogni suo tentativo di inserirsi nel mondo produttivo, a sentirsi fallita come individuo se invece sceglie di realizzarsi come donna.”

è da legare all’ascolto e analisi di:

Mercanti di Liquore, Miserabile Amica (Miserabili 2006)

http://www.youtube.com/watch?v=f03luSdA_H4

Tu mi chiedi che cosa sei diventata, Tu che passi le giornate chiusa nel tuo ufficio

Tu che sei sempre l’ultima ad andartene, E poi saluti la signora della pulizie

Tu mi chiedi che cosa sei diventata, Che arrivi a casa e poi mangi una pizza surgelata

E poi ascolti le chiamate sulla segreteria, Quindi richiami chi non sa più dov’è che sei

Ti dico io quello che sei diventata, Miserabile, Miserabile, Miserabile

Tu mi chiedi che cosa sei diventata, Tu lì sdraiata sopra il divano e con la TV
Che fa programmi a cui non sei interessata, E ti addormenti che hai ancora addosso il tuo tailleur
Tu mi chiedi che cosa sei diventata, Che son 3 anni che le vacanze non le fai più
Perché c’è sempre un’ emergenza da sbrigare, E il tuo capo dice che la devi sbrigare tu

Ti dico io quello che sei diventata, Miserabile, Miserabile, Miserabile

Tu mi chiedi che cosa sei diventata, Tu che i regali li compri sempre all’Autogrill
Che mandi i tuoi sms e cerchi di giustificare, che non hai tempo neanche di andare a un funerale
Tu mi chiedi che cosa sei diventata, Che avevi un uomo premuroso e innamorato
Che se ne è andato quando gli hai detto imbarazzata, Che un bambino non lo avresti voluto mai

Ti dico io quello che sei diventata, Miserabile, Miserabile, Miserabile
Miserabile, Miserabile, Miserabile

Sei Miserabile”


Un’attività didattica da fare in classe.

Dividere la classe a gruppi misti e far loro compilare i seguenti cartelloni con:

  • aggettivi con cui descriverebbero le femmine e quelli che userebbero per descrivere i maschi

Proporre loro le seguenti domande:

  • Cosa faccio quando sono triste/arrabbiato?
  • Quando mi viene da piangere se sono in pubblico o con gli amici mi trattengo o mi lascio andare?
  • Cosa voglio fare da grande? A quale università vorrebbero iscriversi?
  • Sono contenta/o di essere nata/o femmina/maschio: perché? Non sono contenta/o di essere nata/o femmina/maschio: perché?


  1. Film e documentari legati alla tematica

Vogliamo anche le rose di Alina Marazzi , durata 85 min. – Italia, Svizzera 2007

Un documentario che racconta il profondo cambiamento avvenuto nel costume in Italia tra gli anni Sessanta e Settanta grazie alla liberazione sessuale e al movimento femminista. Vengono riproposte le più importanti tappe di questo percorso filtrandole attraverso lo sguardo femminile di una regista poco più che quarantenne. Dichiara la regista: “Ho voluto ripercorrere la storia delle donne tra la metà degli anni Sessanta e la fine degli anni Settanta per metterla in relazione, a partire dal ‘caso italiano’, con il nostro presente globale, conflittuale e contraddittorio. Con l’intenzione di offrire uno spunto di riflessione su temi ancora oggi parzialmente irrisolti o oppure addirittura platealmente rimessi in discussione”.

Video tratti da Why Democracy?

Sottotitoli in italiano a cura del Goethe Institut Turin.

Feminin – Masculin di Sadaf Foroughi (10′ circa)
Nel contesto della società iraniana dominata dagli uomini, Farahnaz Shiri, il primo pilota di autobus donna a Teheran, ha creato una società alternativa nel suo piccolo bus. In Iran ci sono diverse sezioni per uomini e donne sugli autobus pubblici. Le donne dovrebbero entrare in autobus dalla porta posteriore, separata dall’ingresso degli uomini, e dovrebbero sedersi in una zona limitata, al fondo. Ma sul bus della signora Shiri tutto è all’opposto: lei governa e legifera. Nel suo autobus, gli uomini devono entrare dall’ingresso posteriore e sedersi nella zona limitata. La signora Shiri per affermare se stessa, resistendo alle ingiustizie che si trova ad affrontare in quanto donna nella società iraniana.

Kinshasa 2.0 (10′ circa) di Teboho Edkins

Una campagna su Internet supporta il rilascio di un candidato presidenziale in carcere per aver apertamente denunciato la mancanza di democrazia. Saltando da una militarizzata Kinshasa e Second Life (un programma di chat virtuale in 3D), per esplorare la potenza di Internet per la democrazia. Kinshasa 2.0 racconta la storia di come l’arresto di Marie-Thérèse Nlandu, una donna proveniente da una famiglia di spicco del panorama politico della Repubblica democratica del Congo, sia stato pubblicizzato attraverso Internet e abbia portato il regista Teboho Edkins Kinshasa in Congo, per documentare gli effetti dell’arresto sulla famiglia.

Maria and Osmey (10′ circa) di Diego Arredondo

Questo cortometraggio racconta la storia di un gruppo di ragazzi cubani che si riuniscono per giocare una partita di baseball nel quartiere.
Osmey e Maria insieme ai loro amici costruiscono una palla da baseball da zero, usando un deodorante e qualche nastro. Carlos “il maggiore” arriva al parco con la sua palla e mazza professionali.
Prende la palla di Osmey e la lancia lontano; poi sceglie i compagni di squadra. Maria è lasciata fuori dalle regole di gioco imposte da Carlos. Durante l’incontro nascono diverse situazioni, che diventano conflitti che vengono risolti in modi che solo i bambini sono in grado di gestire. La palla di Carlos si rompe, Osmey trova una radio, Maria trova la palla casalinga costruita in precedenza: ora il potere è nelle sue mani, assieme all’unica palla disponibile. Mentre si prepara a battere, dalla radio a lato del campo si sente un grave annuncio ufficiale, l’annuncio che avrebbe bloccato qualsiasi cubano sul suo cammino. Ma i ragazzi non se ne rendono conto, e il gioco continua…

Miss democracy (10′ circa) di Virginia Romero
Un concorso di Miss democrazia giudicato da un filosofo greco, un famoso calciatore, un noto gigolò e una stilista delle celebrità. Cos’è la democrazia – bellezza, o denaro e potere?

Iron ladies of Liberia (90′ circa) di Siatta Scott Johnson e Daniel Junge.

Dopo quattordici anni di guerra civile, la Liberia è una nazione pronta al cambiamento. Il 16 gennaio 2006, Ellen Johnson-Sirleaf è stata nominata Presidente, a seguito di una elezione fortemente contestata, che ha vinto con il pieno sostegno delle donne liberiane. E’ il primo capo di stato donna eletto in Africa. Dal suo insediamento ha nominato altre straordinarie donne in posizioni di leadership in tutti i settori di governo, compreso il capo della polizia e dei ministri della Giustizia, del Commercio e delle Finanze.
Può il primo presidente donna della Liberia, sostenuta da altre donne di potere, portare la democrazia sostenibile e la pace a un Paese così devastato?

Versione sottotitolata in italiano a cura di Camera Distribuzioni Internazionali, disponibile su richiesta presso Acmos.

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